Export e vino artigianale raccontati da Barbara Santilli

Lavoro nel vino da molti anni e ho avuto la fortuna di essermi occupata di tanti aspetti di questo mondo. Prima l’accoglienza, la comunicazione, le PR, una vendemmia in Borgogna, poi il marke-ting, le vendite in Italia e finalmente l’export. Oggi infatti mi occupo di consulenza commerciale ri-volta ad aziende artigiane a conduzione naturale, aiutandole a penetrare i mercati esteri.

Non è sempre facile esportare il proprio vino per le problematiche legate al marketing, al prodotto, alla comunicazione, alle regole di esportazione, alla scelta del partner giusto, e purtroppo quasi mai i piccoli produttori hanno una pianificazione commerciale.

L’obiettivo del mio lavoro è quello di sviluppare una rete di importatori che rispecchino al meglio la natura del produttore. Partendo sempre da un’attenta analisi interna della propria azienda, si cerca di capire in maniera concreta quali siano i propri obiettivi. Prima di avventurarsi per i mercati ed ini-ziare a cercare l’importatore, è infatti opportuno capire quali siano le risorse e le capacità realmente a disposizione, e prendere coscienza di eventuali ostacoli. E una volta trovato l’importatore più adat-to si sviluppa e consolida il mercato conquistato, sempre in sinergia col produttore.

E’ indubbio che l’export sia oggi un canale essenziale per la crescita delle aziende vitivinicole italia-ne, tuttavia l’ampliamento dei propri mercati non è una scelta da prendere alla leggera, richiede in-fatti investimenti ingenti e la competizione è molto forte. Non tutti i mercati sono adatti a tutti e non c’è alcuno spazio per l’improvvisazione.

La buona notizia però è che la domanda del prodotto artigianale realmente autentico è in forte cre-scita nel panorama mondiale del vino. Il numero di importatori specializzati in questo segmento di mercato sale rapidamente e c’è una maggiore apertura anche da parte degli operatori più tradizio-nali.